Tra le varie passeggiate che si possono fare nei dintorni di Pont, c’è n’è una particolarmente attraente, a mio modo di vedere, perché non rappresenta una pura e semplice camminata in mezzo ai boschi, ma un vero percorso nella storia antropica del nostro paese.
Come è facilmente intuibile, le numerose mulattiere che circondano l’abitato non sono state realizzate per gli scarsi “turisti” delle epoche storiche, ormai passate; bensì rappresentavano il modo migliore per percorrere il territorio, senza perdersi nei boschi e raggiungere facilmente le altre borgate e il capoluogo.
A mano a mano che i sentieri venivano percorsi, ecco che gli stessi, per la numerosa frequentazione, diventavano sempre più agevoli e, a un certo punto, qualcuno pensò bene di arricchirli anche con espressioni a contenuto artistico e devozionale.
Le motivazioni in proposito erano molto variegate, e non rappresentano l’oggetto di questa proposta.
Noi qui vogliamo semplicemente presentare un percorso ad anello
Percorso generale
che ha una tale abbondanza di “segni” religiosi da renderlo unico nella nostra realtà paesana.
Si tratta di un cammino facile, che richiede circa due ore e mezza, e che ha la caratteristica di incontrare lungo il percorso ben quattro chiese e dieci cappelle.
Il consiglio è comunque di preventivare almeno tre ore e mezza, per poter meglio ammirare, con calma, l'ambiente naturale e umano che ci circonda.
Si precisa, intanto, che nella parlata locale il termine “capela” non sta solo a indicare una vera e propria cappella, con tanto di altare e ambiente protetto, ma pur anche i cosiddetti piloni votivi o edicole religiose, che dir si voglia. E’ in questa accezione che intendiamo le “capele” o "caplot" disseminate lungo il percorso.
Non ci resta quindi che partire.
Ci troviamo a Pianrastello (mt. 530), dove sorge la prima chiesa dell’itinerario:
quella, curiosamente, dedicata a San Gennaro –Sän Genuare-
…. Santo non proprio montano.
Va bene così! Ognuno ha le sue peculiarità.
Sän Genuare
Di qui, ci dirigiamo nel pianetto dove annualmente si svolge la festa della borgata, evidentemente
nella ricorrenza di San Gennaro -19 settembre-.
Qui i volenterosi, affezionati borghigiani hanno addirittura allestito un
capannone, attiguo a una ormai vetusta pista da ballo, per dare alla
ricorrenza un ancor più rimarcato segno di festa.
Ci vogliono anche questi risvolti popolani per far bella una ricorrenza e ancor meglio santificare la festa, in serenità e simpatia.
Area Festa
Ora però dobbiamo metterci in cammino,
e subito ci appare la prima cappella,
all’inizio del sentiero vero e proprio.
I° Capela
Il percorso raggiunge in breve la località Puntasca,
che presenta solo più alcuni
segni di presenza umana: si
tratta però di un bel sito
soleggiato, specie al mattino, e
in posizione veramente
incantevole, con vista su Pont
Puntasca
e sui ripidi scoscesi che
caratterizzano le montagne
circostanti.
Di qui la mulattiera si presenta come una lunga, bellissima scalinata in pietra,
che ci porterà fin sui pianori di Piancerese.
La Scalera
Questa scalera é un’opera di gran pregio,
come poche se ne possono ammirare,
costruita con immane fatica dai nostri avi.
E quanti passi si saranno posati su quei gradini di
pietra!
La Scalera
Ci innalziamo così, fino a doppiare la quinta della montagna che ci schiude la vallata dell’Orco, e che, dopo aver incontrato una traccia di futuribile “sentiero turistico”, il bivio del Trasën,
ci porta in breve alla seconda cappella, appoggiata
alla montagna
e circondata naturalmente da maestosi castagni.
II° Capela
Si prosegue sempre sulla scalinata, con salita piuttosto decisa, fino a quando, terminata la scalinata stessa, il sentiero si fa più pianeggiante:
una terza cappella
ci annuncia che siamo in prossimità di Piancerese.
III° Capela
Fatti ancora pochi passi, ci troviamo al cospetto
della chiesa della borgata: la seconda del
percorso, risalente al 1680 e dedicata
all'Immacolata.
Piäncerese
A questo punto la salita più impegnativa è ormai alle nostre spalle e il sentiero diventa tanto più facile, da lasciarci meglio godere del paesaggio circostante.
Nonostante la quota non sia molto alta (mt 970), si respira pienamente la magica atmosfera dei borghi di montagna, che, con la loro tranquillità ci appacificano con noi stessi e con il mondo.
Dalle finestrotte della chiesa diamo uno sguardo curioso all’interno della
stessa. Molto bella!
Complimenti alle persone che si adoperano per conservarne la struttura.
E’ un segno sì di Fede, ma anche di amore per quello che i loro padri
hanno saputo edificare, quale luogo di unione e di incontro tra gli abitanti.
Chiese Piäcerese Interno
Riprendiamo ora il cammino per dirigerci, con percorso pianeggiante, rientrante sulla conca di Pont, verso la terza chiesa,
incontrando appena un po’ prima un’altra edicola,
la quarta,
che ci prepara, al magico incontro
IV° Capela
con la terza chiesa (mt. 1012), dedicata alla Maddalena:
"La Madlëina"
Quando dico “magico” penso di usare
un termine appropriato, dato il fascino
che si sprigiona da questa terza chiesa.
Sembra veramente di essere fuori dal
mondo che conosciamo, catapultati in pieno medioevo,
come ci suggerisce la bella costruzione
religiosa, tutta in pietra, con tanto di
sacrestia e vertiginoso campanile, ben
visibile anche da lungi, quasi
La Madlëina
il promontorio di una nave,
data la posizione eccezionale della costruzione che, appena oltre il praticello di accesso alla chiesa,
si erge a precipizio sui dirupi che sprofondano fino ai “prèe d’la fera” nella piana di Pont,
cinquecento metri più sotto.
La chiesa della Maddalena,
La Madlëina - Interno
in effetti, non si trova in un luogo così isolato, come parrebbe al primo approccio, in quanto, appena doppiata la costa della montagna, si nota, un poco più in basso, l’abitato di Niculè, di cui la Maddalena rappresenta mirabile espressione di culto.
Questa borgata è ormai fatiscente, ma l’affetto per la chiesa della Maddalena
si può ancora tangibilmente constatare
nel giorno della Festa religiosa,
che vede ancor sempre buona partecipazione di fedeli.
La Festa at la Madlëina
Da qui, possiamo già sentire le campane della chiesa di Mont Pont, nostra prossima meta,
a cui perverremo ancora con percorso pianeggiante, su sentiero sempre gratificato dall’ombra
di folti castagni, e che raggiungeremo in breve,
transitando prima davanti alla quinta cappella,
che si presenta con le pitture sacre piuttosto scolorite,
ma con struttura esterna sana, riconsolidata in un
passato non troppo lontano.
V° Capela
Una delle cose che sempre ci si chiede, incontrando queste cappelle sui percorsi montani, è proprio per quanto tempo queste espressioni artistiche di religiosità saranno ancora in grado di accompagnarci e confortarci nelle nostre passeggiate. La risposta non ce la diamo, poiché la intuiamo troppo angosciante. E pensare che non ci vorrebbe un impegno così enorme per ripagare questi buoni amici, che nel nostro deambulare ci fanno sentire meno soli e arricchiscono di una nota di atavica cultura il nostro transitare.
Ed eccoci quasi arrivati alla quarta chiesa, quella di Mont Pont (mt. 1020).
IV ° Gesia - Munt Punt
Il sentiero, un po’ prima dell’abitato, si congiunge con la strada carrozzabile che collega la borgata al capoluogo pontese. Ma non cammineremo a lungo sul fondo di asfalto. Percorsi appena un cento/centocinquanta passi, si dirama sulla destra una stradina che, superato un ponticello, ci porta alla parte bassa dell’abitato, da dove inizierà poi la nostra discesa su Lùtta.
Alle stesse case ci possiamo arrivare anche scendendo la scalinata che parte proprio davanti alla chiesa, dedicata a San Rocco.
Proprio nella festività di San Rocco -16 agosto-
si svolgono in Mont Pont festeggiamenti particolarmente apprezzabili,
grazie alla presenza ancora notevole di abitanti, sia residenti
che temporanei, …e alla loro buona volontà e spirito di iniziativa.
Per altro, ricordiamo che Mont Pont è tra le borgate più popolose del
Munt Punt - Sän Ròch
Comune, con i suoi quattro “cäntun”: Puèt, dove c’è la chiesa; Viristej,
subito appresso; Vislèr, spostato a destra, con il Circul, fulcro dei
festeggiamenti e Cämpiaj, il più in alto, base di partenza per la cima Arbella.
Dai Puèt inizia la terza parte del nostro viaggio, ovvero il percorso in discesa che ci porterà nuovamente a Pont.
Ancora nell’abitato dei Puèt incontriamo la sesta cappella,
che domina e ci indica la partenza del sentiero, piuttosto ripido
all’inizio, che percorreremo per sortire presso l’abitato di Lùtta.
VI° Capela
E’ proprio incontrando la carrozzabile in borgata Lùtta
che troviamo la settima cappella,
dall’altra parte della strada,
che ci indica il proseguimento del nostro sentiero,
ora meno ripido,
che in breve ci fa ancora attraversare la carreggiabile e
quindi ci inoltra nei boschi che sovrastano la borgata
VII° Capela
Bausän, ancora proponendoci un nuovo capitello,
l' ottavo.
VIII° Capela
Ormai il sentiero si è trasformato in una pittoresca mulattiera, apprezzabile per il suo tracciato,
sempre in mezzo a boschi in cui domina il “salvè”, il castagna selvatico, accompagnato da faggi
e frassini.
In pochi minuti ecco
apparire la nona cappella,
veramente bella,
forse la più bella in
assoluto,
sia per la posizione
che per la struttura
e la bellezza dei dipinti,
ancora ben raffigurati.
IX° Capela
Peccato che un frassino sorto a ridosso della cappella stessa ne stia spingendo il tetto in avanti,
per cui, se non si interviene presto, anche questo mirabile simbolo di fede e di arte andrà perduto.
La nostra discesa è quasi prossima al termine.
Ancora un capitello,
il decimo, già sulle balze che sovrastano l’abitato di
Pianrastello, e quindi rieccoci nella piazzetta, con tanto di
fontana, che conclude il nostro viaggio.
X° Capela
Una spruzzata di acqua, per rinfrancarci dal caldo della camminata,
e poi un ultimo sguardo a San Gennaro.
E adesso, dopo tanto vagare tra i boschi,
e raccoglimento spirituale di fronte alle popolari espressioni di religiosità
e artisticità dei simboli incontrati, un atto dovuto e ben meritato:
un bel calice di vino bianco,
ben fresco, che ci aiuti a meglio “santificare” la nostra impresa!